Comunicato stampa

 

La riduzione del 50% delle spesa pubblica in ICT, prevista nell’art. 29 della Legge di Stabilità, è in controtendenza rispetto alle politiche di innovazione in atto nel nostro Paese

 

Roma, 27 ottobre 2015

 

“Se razionalizzare significa “tagliare” del 50% gli approvvigionamenti informatici nella PA i casi sono due, o la notizia è destituita di fondamento e si tratta di una falsa notizia diffusa tramite la rete per fare uno scherzo mediatico, oppure la notizia è vera e allora si tratta di un provvedimento miope e tragicamente autolesionista”, afferma Alessandro Musumeci, Presidente del Club Dirigenti Tecnologie dell’Informazione di Roma, la principale organizzazione no-profit di dirigenti informatici della capitale, che associa oltre 450 dirigenti ICT, suddivisi equamente fra rappresentanti della domanda, essenzialmente CIO dei principali ministeri e delle più importanti amministrazioni pubbliche, ed esponenti dell’offerta, imprenditori e dirigenti delle più importanti aziende italiane e multinazionali (www.cdti.org).

 

Come Club dei Dirigenti Informatici di Roma stentiamo a pensare che con le difficoltà che il Paese attraversa, con i problemi che ogni organizzazione complessa, come la PA, incontra nella sua trasformazione per migliorare i servizi ai cittadini e alle imprese, con le difficoltà nelle quali si dibattono le aziende e con il ritardo che l’Italia ha accumulato industrialmente nel settore ICT, ci sia chi possa pensare provvedimenti di questo tipo.

 

Per aumentare l’efficienza dei sistemi complessi la leva principale a disposizione è l’innovazione; questo è un postulato non un opinione. Ridurre del 50% gli investimenti in ICT, una delle poche leve strategiche a disposizione o è una svista clamorosa, come vogliamo continuare a immaginare, oppure vuol dire non aver neanche una minima idea di cosa sia la rivoluzione digitale e come si debba gestire la Pubblica Amministrazione.

 

Ci auguriamo pertanto che questo “errore di percorso”, contenuto nell’art. 29 della Legge di Stabilità (che correttamente, a nostro avviso, ribadisce nel comma 1 la centralità di Consip nel processo di approvvigionamento e nel comma 2 la necessità di un parere vincolante dell’AGID), venga rapidamente emendato nella legge che il Parlamento si appresta a licenziare, restituendo centralità all’innovazione come leva strategica per il cambiamento della Pubblica Amministrazione e per il miglioramento del servizio per il cittadino.